‘Crollo dei confini’: 6 lavoratori britannici su 10 inviano e-mail di lavoro dal bagno

Secondo una ricerca condotta dal fornitore di software per le risorse umane Personio, il 65% dei lavoratori ha completato un’intera giornata lavorativa senza fare una pausa, mentre il 60% ha ammesso di aver risposto a e-mail o chiamate dal bagno.

I Millennials sono stati i più propensi a lavorare mentre non stavano bene (58%) e a inviare e-mail dal bagno (64%), mentre i lavoratori della Gen Z (18-24 anni) sono stati i più propensi a saltare le pause per lasciare il lavoro prima.

Le donne sono colpite in modo sproporzionato, con il 60% che dichiara di lavorare durante la pausa pranzo, rispetto al 50% degli uomini. I lavoratori delle forze dell’ordine e della sicurezza hanno registrato le percentuali più alte di lavorare un’intera giornata senza pause, pari al 76%.

Erosione dei confini e sicurezza psicologica

Commentando i risultati, la psicoterapeuta e specialista del comportamento sul posto di lavoro Zoë Aston ha dichiarato: “Le persone che lavorano dal bagno sono un segnale di pericolo per il crollo dei confini. Il bagno è uno dei pochi spazi personali che ci aspettiamo sia off-limits. Quando i dipendenti rispondono di lavorare in quello spazio, è un segnale di una cultura in cui le persone non si sentono psicologicamente sicure di staccare la spina, anche solo per un breve periodo”.

Aston ha aggiunto che la differenza di genere nella fruizione delle pause solleva importanti questioni di equità e cultura del lavoro.

“Le donne sono spesso condizionate a fornire prestazioni eccessive negli ambienti professionali, facendo meno pause, accollandosi un lavoro invisibile e mettendo in secondo piano il proprio benessere per soddisfare (o superare) le aspettative. Per i responsabili delle risorse umane, questo è un invito ad andare oltre le politiche e ad esaminare se stanno promuovendo l’equità nel riposo, nel recupero e nella distribuzione del carico di lavoro”.

Cultura della pausa e benessere

I dati hanno anche evidenziato le lacune nella conoscenza di base dei diritti dei lavoratori. Quasi un lavoratore su tre (31%) non sapeva di avere diritto per legge a una pausa ininterrotta di 20 minuti quando lavora più di sei ore al giorno.

Suzie Rogers, VP, People Business Partnering di Personio, ha dichiarato: “L’uso prolungato dello schermo senza riposo può portare ad affaticamento degli occhi, mal di testa e problemi muscolo-scheletrici, oltre che ad ansia, stress cronico, malattia e infine burnout, tutti fattori che hanno un costo molto più elevato sia per i dipendenti che per le organizzazioni”.

Rogers ha aggiunto: “Fare pause regolari non significa solo aumentare la produttività, ma anche proteggere la salute e il benessere a lungo termine. Che si tratti di allontanarsi dalla scrivania o di staccare la spina a pranzo, anche brevi pause possono fare una grande differenza”.

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