Stress e mancanza di interesse sono i motivi principali per cui i dipendenti britannici evitano le posizioni dirigenziali

Secondo la ricerca condotta da YouGov e commissionata da Investors in people, solo il 32% degli intervistati descrive i ruoli dirigenziali come stimolanti o aspirazionali. Il 40%, invece, li considera necessari, ma non attraenti, mentre il 12% li considera opprimenti e indesiderabili.

Questi risultati fanno parte del whitepaper The Broken Ladder di Investors In People. Il documento si propone di esaminare l’atteggiamento della forza lavoro nei confronti del management e di individuare le azioni da intraprendere per i dirigenti.

Il rapporto evidenzia una crescente resistenza dei dipendenti a passare a posizioni manageriali, il che solleva preoccupazioni per il futuro sviluppo della leadership. Lo stress, la mancanza di soddisfazione nella gestione delle persone e la retribuzione inadeguata sono i principali deterrenti.

Stress e scarsa percezione della retribuzione

Oltre la metà di coloro che non sono interessati a diventare manager (54%) ritiene che il lavoro comporti troppa pressione. La percentuale sale al 68% tra i giovani sotto i 35 anni. In questo gruppo di giovani c’è anche un 59% che dichiara di non amare la gestione delle persone. La media di tutti i gruppi di età è del 42%.

I dipendenti più giovani tendono anche a credere che la retribuzione non sia sufficiente a giustificare le richieste poste da un ruolo manageriale. Il 38% dei dipendenti sotto i 35 anni condivide questa opinione, rispetto a una media del 30%. Tutti gli intervistati hanno indicato una preferenza per i ruoli tecnici e specialistici.

L’aumento della retribuzione è stato l’incentivo più importante per il 42% di coloro che hanno preso in considerazione il ruolo di manager. Il 28% degli intervistati parla di crescita di carriera e il 27% afferma di voler esercitare un’influenza positiva sull’azienda o sugli altri. Un quarto degli intervistati ha dichiarato che gli piace sviluppare gli altri.

Il middle management è una posizione ad alto stress con basse ricompense.

Molte persone che già occupano posizioni dirigenziali le trovano impegnative. Il 74% degli intervistati ha descritto il middle management come stressante. Il 51% ha dichiarato che si tratta di una posizione ad alto stress e bassa remunerazione.

Questi risultati spiegano perché molti professionisti esitano ad assumere ruoli di leadership. Questo perché è meno probabile che i dipendenti vedano la leadership come un’opzione attraente.

Paul Devoy ha commentato che “la Gran Bretagna ha un problema di manager riluttanti, come dimostra la nostra ricerca nel whitepaper”. Ci sono troppi manager che non vogliono gestire altre persone o che non dovrebbero farlo (forse perché non hanno mai ricevuto il supporto per imparare a farlo). Rischiamo di impedire a un’intera generazione di diventare manager”.

I leader puntano al riconoscimento e allo sviluppo per trovare soluzioni

Investors in People ha intervistato 500 dirigenti d’azienda a sostegno della sua ricerca. In risposta alla domanda su cosa renderebbe i ruoli manageriali più attraenti, il 52% ha citato un migliore riconoscimento in termini di ricompense finanziarie e non. Il 41% ha indicato un migliore accesso alla formazione professionale, il 37% la riduzione dei compiti amministrativi e il 36% un più chiaro avanzamento di carriera.

Il feedback dei dipendenti è molto simile a queste opinioni. In risposta alla domanda su cosa renderebbe più desiderabili le posizioni manageriali, il 55% dei dipendenti ha dichiarato che sarebbe utile una buona preparazione e formazione prima di assumere un ruolo. Il riconoscimento e i premi di una buona gestione sono stati citati dal 52%, mentre il 49% ha chiesto un carico di lavoro più realistico e meno compiti amministrativi.

Il 35% degli intervistati ha parlato di un percorso più chiaro per la leadership senior. Il 30% degli intervistati ha dichiarato che il supporto per la salute mentale e il benessere è importante per i dirigenti, mentre il 29% chiede maggiori opportunità di feedback.

Ann Francke è l’amministratore delegato del Chartered Management Institute. Ha dichiarato: “Abbiamo un problema reale: il management non è visto come una carriera aspirazionale. La rapidità dei cicli boom-bust e dei licenziamenti scoraggia le persone dall’assumere posizioni dirigenziali. Il management è importante a tutti i livelli. Se si formano i manager, si ottengono risultati migliori per l’organizzazione e il coinvolgimento dei dipendenti. Questo non avverrà per osmosi. C’è del lavoro da fare”.

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