Con l’aumento del carico di lavoro e dei costi, i professionisti delle risorse umane sono sotto pressione.

Secondo uno studio condotto dal fornitore di software HR Ciphr, solo il 6,3% dei professionisti delle risorse umane dichiara di non essersi mai sentito stressato sul lavoro.

Nel sondaggio, il 94% degli intervistati ha dichiarato di aver sperimentato una qualche forma di stress sul lavoro, con il carico di lavoro come causa principale (29%). L’indagine ha anche rivelato che l’aumento dei costi (26%), la fidelizzazione dei dipendenti (24%) e la gestione dei bilanci (24%) sono le principali preoccupazioni.

Il burnout è un rischio.

Quasi un quarto dei professionisti delle risorse umane (23%) si sente talmente stressato da essere esausto e esaurito. Il numero di professionisti delle risorse umane che si sentono stressati aumenta drasticamente quando lavorano per organizzazioni più grandi. Questo livello di stress cronico è segnalato da oltre un terzo del personale delle risorse umane delle organizzazioni con più di 1.500 dipendenti. Ciò suggerisce che può esistere una correlazione tra le dimensioni di un’organizzazione e la pressione relativa alle risorse umane.

Lo stress dovuto a un carico di lavoro pesante è più diffuso negli ambienti di lavoro di grandi dimensioni. Un terzo dei professionisti delle risorse umane delle aziende con più di 1.500 dipendenti ha dichiarato di essere sopraffatto dal proprio lavoro, rispetto al 27% circa delle organizzazioni di piccole e medie dimensioni (quelle con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 1.499).

Altri fattori di stress sono la carenza di personale e di competenze (23%), le troppe riunioni (20%), i conflitti sul lavoro (18%) e lo stress dovuto a idee sbagliate sulle funzioni HR (18%). Un altro 17% ha individuato nella gestione dei dipendenti un altro fattore di stress importante.

Sostegno ai professionisti delle risorse umane

La ricerca del Ciphr dimostra che le risorse umane devono migliorare i propri sistemi di supporto. Gli intervistati hanno citato molti fattori che contribuiscono allo stress. Tra questi, la mancanza di strumenti e risorse (16%), la costante pressione (15%), le rigide scadenze per i rapporti (14%) e la complessità della conformità alle leggi sul lavoro (13%).

Claire Williams, chief people officer e operations officer di Ciphr, ha osservato che, sebbene si presti molta attenzione al benessere dei dipendenti, i professionisti delle risorse umane non sempre ricevono lo stesso supporto.

Williams ha affermato che i professionisti delle risorse umane dedicano così tanto tempo all’attività aziendale da non dare la priorità alle esigenze dei dipendenti. Si può pensare che i professionisti delle risorse umane siano in grado di gestire lo stress meglio degli altri dipendenti perché lavorano nel settore delle risorse umane.

Questa ricerca evidenzia la necessità per le organizzazioni, nonostante l’aumento dei costi, di offrire un migliore equilibrio tra vita e lavoro, oltre a carichi di lavoro più gestibili. Inoltre, fornisce un ulteriore supporto alle Risorse Umane. I team delle risorse umane si trovano ad affrontare sfide più impegnative che mai, tra cui la necessità di fare di più con meno risorse, e allo stesso tempo di navigare tra le riforme e le leggi sull’occupazione che diventano sempre più complesse e in continua evoluzione.

Questi risultati sono in linea con la precedente ricerca del Ciphr, condotta nell’agosto 2024. Da quello studio è emerso che l’86% degli adulti del Regno Unito riferisce di aver sperimentato stress legato al lavoro almeno una volta al mese. L’11% ha dichiarato di sentirsi stressato quotidianamente.

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